Infarto miocardico: il tasso di mortalità raddoppia con il secondo episodio
Il tasso di mortalità per coloro, che dopo essere sopravvissuti a un primo infarto viene colpito da un secondo, raddoppia.
Il 60% delle persone infartuate va incontro a un altro evento; entro 1 anno dal secondo episodio, un paziente su cinque muore.
In Italia ogni anno vengono colpite da infarto miocardico oltre 150mila persone: di queste si stima che circa 25mila muoiono prima di arrivare in ospedale, mentre ci sono 130mila ricoveri, di cui 50mila per secondo infarto.
Se il tasso di mortalità per chi è al primo attacco e viene ricoverato in un'Unità di terapia intensiva coronarica è pari al 3% per chi è al secondo episodio questo raddoppia, entro un mese dal ricovero ( 6.5% ) e triplica entro un anno ( 10% ).
Infatti, dei 50mila casi annui 1500 non superano il ricovero, 3200 muoiono entro il primo mese e 5mila non riescono a sopravvivere oltre un anno.
Cinquemila vittime ogni anno si potrebbero evitare grazie a cure adeguate e costanti, uno stile di vita salutare e una corretta riabilitazione cardiovascolare.
I dati dell'ANMCO mostrano che al primo ricovero la maggior parte dei pazienti non ha alti livelli di colesterolo o di glicemia, ed è solo in lieve sovrappeso.
Questo significa che la riduzione dei fattori di rischio ha sostanzialmente funzionato, diminuendo la probabilità di infarto in chi non l'ha mai avuto.
I problemi nascono dopo; l'infarto miocardico è il campanello d'allarme di una malattia cronica, la spia che qualcosa non va a livello cardiaco.
Tuttavia, un anno dopo l’infarto miocardico solo un paziente su due segue cure appropriate. Le donne e i pazienti con meno di 60 anni sono le categorie con il più elevato tasso di abbandono delle cure perché ne sottovalutano l’importanza e si considerano meno a rischio degli altri.
Inoltre, pochi cambiano lo stile di vita e mantengono a lungo le buone abitudini: meno della metà corregge le proprie abitudini alimentari, appena 1 su 10 abbandona la sigaretta, il 70% non fa esercizio fisico. ( Xagena_2010 )
Fonte: ANMCO, 2010
Xagena_Medicina_2010