Pazienti con diabete e nefropatia cronica: la riduzione della pressione sanguigna oltre i valori standard non appare produrre benefici


Una revisione di studi ha mostrato che la riduzione della pressione sanguigna oltre i target standard potrebbe non fornire nessun beneficio per i pazienti affetti da ipertensione.

Una ricerca di letteratura ha permesso di individuare 7 studi clinici con 22.089 soggetti.

I target standard in ambito di pratica clinica sono stati per diversi anni: 140-160/90-100 mmHg.
Le nuove linee guida stanno invece raccomandando target pressori più bassi.

L’obiettivo della ricerca è stato quello di verificare se il raggiungimento di target più bassi ( 135/85 mmHg o valori inferiori ), rispetto a quelli standard, fosse in grado di ridurre ulteriormente la mortalità e la morbidità.

Dall’analisi non è emerso che un’ulteriore riduzione pressoria sia in grado di influenzare in modo significativo il rischio relativo di mortalità per qualsiasi causa, infarto miocardico, ictus, scompenso cardiaco congestizio, eventi cardiovascolari maggiori, o malattia renale allo stadio terminale.

Tuttavia, non è stato possibile valutare l’effetto netto sulla salute dei più bassi target pressori a causa della mancanza di informazione sugli eventi avversi gravi e sulle interruzioni del trattamento per effetti indesiderati, in 6 studi su 7.

Un’analisi di sensibilità nei pazienti con diabete mellito e nei pazienti con malattia renale cronica non ha mostrato alcuna riduzione della mortalità e degli outcome di mordidità con valori pressori più bassi rispetto allo standard. ( Xagena_2009 )

Fonte: Cochrane Database of Systematic Reviews, 2009



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