L'identificazione dei pazienti con alti valori della proteina C-reattiva candidati alla terapia con statine presenta difficoltà


Lo studio JUPITER ha mostrato che il trattamento con la Rosuvastatina riduce in modo significativo il rischio di eventi cardiovascolari negli uomini e nelle donne anziani senza una storia di malattia coronarica, con normali livelli di colesterolo LDL, ma con alti valori della proteina C-reattiva ( CRP ).

Ricercatori del Mount Sinai School of Medicine a New York, hanno esaminato se le caratteristiche dei pazienti fossero in grado di identificare coloro che presentassero livelli di CRP uguali o superiori a 2 mg/l, e fossero pertanto candidati alla terapia con statine.

Sono stati analizzati i dati di 887 uomini di età uguale o superiore ai 50 anni e di donne di età uguale o superiore ai 60 anni, partecipanti al National Health and Nutrition Examination Survey, e non in trattamento con le statine.

I soggetti con alti livelli di proteina C-reattiva presentavano una maggiore probabilità di essere fumatori correnti, obesi e di soffrire di malattia renale cronica.

Tuttavia è emerso che le caratteristiche, tra cui i dati demografici, il fumo di sigaretta, l’obesità, la nefropatia cronica e la sindrome metabolica, avevano basso valore predittivo positivo ( <70% ) per l’identificazione di soggetti con valori di CRP maggiori o uguali a 2 mg/l e bassi valori predittivi negativi ( <60% ) per l’identificazione di individui con valori di CRP inferiori a 2.

Questi risultati stanno ad indicare che le caratteristiche dei pazienti non possono essere facilmente impiegate per identificare i pazienti con alti valori di proteina C-reattiva. ( Xagena_2009 )

Fonte: American Journal of Cardiology, 2009



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