Carperitide può ridurre il danno da riperfusione nei pazienti con primo infarto miocardico da sottoporre a intervento coronarico percutaneo


In uno dei due studi J-WIND è stato valutato l’effetto della Carperitide, un peptide natriuretico atriale umano, nei pazienti con primo infarto miocardico da sottoporre ad intervento coronarico percutaneo ( PCI ).

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere l’infusione di Carperitide 0.025 mg/kg/min per 3 giorni ( n = 276 ), oppure infusione di glucosio 5% ( placebo ) ( n = 292 ).

L’infusione di Carperitide ha ridotto la dimensione dell’area infartuata del 14.7% ( p = 0.016 ) ed ha aumentato la frazione d’eiezione ventricolare sinistra del 5.1% ( p = 0.024 ), rispetto al placebo.
Carperitide ha anche ridotto il danno da riperfusione del 25.9% rispetto al placebo ( p = 0.019 ).

In una sotto-analisi che ha estrapolato il rischio di insufficienza cardiaca e morte in base ai cambiamenti della frazione d’eiezione e della dimensione dell’area infartuata, Carperitide è risultata associata a un hazard ratio di 0.267 per entrambi gli eventi ( p = 0.011 ). ( Xagena_006 )

Fonte: American Heart Association ( AHA ) – Scientific Sessions, 2006




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