Impianto della valvola biologica Avalus per il trattamento della stenosi della valvola aortica
Al Policlinico universitario A. Gemelli di Roma è stato effettuato il primo impianto italiano della nuova valvola biologica Avalus di Medtronic con procedura mininvasiva.
L’intervento è stato eseguito su una paziente settantenne affetta da stenosi valvolare aortica.
Questa patologia colpisce prevalentemente i soggetti di età superiore ai 65 anni e provoca la formazione di calcificazioni che impediscono la normale fuoriuscita del sangue dal cuore, causando l’aumento della pressione di spinta esercitata dal ventricolo sinistro e la conseguente ipertrofia del muscolo cardiaco.
Un lieve restringimento della valvola è causa di un soffio al cuore: quando la stenosi è in fase più avanzata, il paziente manifesta dispnea ( fame d’aria ), angina pectoris ( dolore all’altezza del petto ) e sincope ( svenimento improvviso ).
La patologia, piuttosto diffusa nei Pesi occidentali e in particolar modo in Italia, è di carattere degenerativo e conduce alla morte circa il 50% dei soggetti che la contraggono dopo 3 anni dalla manifestazione iniziale.
Per la sostituzione della valvola aortica , oggi, si tende a privilegiare l’utilizzo di protesi biologiche le quali, rispetto a quelle meccaniche, non necessitano di una terapia anticoagulante a vita in seguito all’intervento.
Gli impianti biologici, da sostituire entro i 15 anni successivi all’operazione, possono essere rimossi attraverso l’utilizzo di tecniche percutanee di nuova generazione, senza dover ricorrere a ulteriori interventi.
La nuova valvola biologica Avalus, in pericardio bovino, è composta da foglietti valvolari in pericardio montati su un supporto semi flessibile che ne garantisce il funzionamento favorendone il posizionamento.
Ha numerosi vantaggi: un trattamento del materiale biologico, cioè del pericardio, che ne facilita la longevità, un profilo basso e un anello di sutura avanzato ( la parte che permette di fissare la valvola a livello del cuore con fili di sutura in grado di saldarla prontamente ).
Il tessuto artificiale dell’anello, inoltre, favorisce la cicatrizzazione rendendo la valvola ancor più compatibile con l’apparato circolatorio.
Inoltre, permette una migliore gestione del paziente qualora il rimanifestarsi della patologia richieda un nuovo intervento chirurgico o transcatetere.
I primi prototipi di protesi biologiche prodotte negli anni ‘70 erano ricavate dai tessuti dello stesso paziente, successivamente sostituite prima da protesi in tessuti di suino, poi da valvole in pericardio bovino o equino.
Le protesi biologiche garantiscono eccellenti prestazioni non intaccando la qualità di vita del soggetto.
La paziente sottoposta all’intervento presso il Policlinico Gemelli presenta una cicatrice finale di appena 3 cm, ottenuta grazie alla chirurgia valvolare mininvasiva ibrida, ben distante dalle dimensioni ( circa 25 cm ) delle cicatrici rilasciate dagli interventi di chirurgia tradizionale. ( Xagena_2018 )
Fonte: Policlinico Gemelli di Roma, 2018
Xagena_Medicina_2018